MITO DEL MESE - ARACNE

In occasione dell'uscita della nuova pellicola basata sulle vicende dell'uomo ragno, ci sembrava doveroso trattare nella sezione "Mito del mese" quello di Aracne. 





Aracne viveva a Colofone, città situata nella Lidia (attuale zona compresa tra le province turche di Manisa e Smirne). Era figlia di un tintore chiamato Idmone e sorella di Falance. Aracne era conosciuta soprattutto per la sua abilità nella tessitura, infatti i suoi arazzi erano amati e ricercati non solo dalla gente della città; era talmente brava nel tessere la lana che essa stessa si definiva non solo al pari della dea Atena, abile tessitrice anche lei, ma addirittura superiore. Così un giorno per dimostrare la sua superiorità, Aracne decise di sfidare la dea in una gara di tessitura, avrebbe vinto coleiche fosse riuscita a creare l'arazzo più bello. 
A sfidare gli dei non si ricava nulla di buono, anzi, la maggior parte delle volte si ricevono punizioni esemplari come monito per le altre persone, ma ad Aracne importava solo dimostrare la sua bravura con spola e filo. 
Prima della gara una vecchietta si avvicinò alla tessitrice chiedendole di rinunciare alla gara ammettendo che Atena le fosse superiore in modo tale da non far scatenare l'ira della dea. Ma Aracne non voleva sentire ragioni, scacciò in malo modo la signora anziana che uscì dalle sue spoglie e si rivelò come la dea Atena; e la gara iniziò. La dea scelse come tema del suo lavoro le gesta che essa stessa ha compiuto e la rappresentazione dei suoi poteri divini, Aracne invece scelse gli amori tra alcuni dei e i loro inganni. Conclusasi la gara, Atena stessa dovette ammettere che le abilità della sfidante le erano superiori, ma non tollerando la lampante sconfitta, Atena prese la tela di Aracne e la fece in mille pezzi e successivamente con la spola stretta in mano colpì ripetutamente la rivale fino a farla sanguinare. Aracne terrorizzata dalla reazione della dea scappò via tentando di suicidarsi impiccandosi ad un albero ma Atena pensando che quella fosse una punizione troppo esigua, la trasformò in un ragno condannandola a dondolare per il resto dei suoi giorni dallo stesso albero dal quale voleva porre fine alla sua vita mentre tesseva, non più con le sue abilissime mani, ma con la sua bocca.

Come detto prima Aracne era sorella di Falance. Così come Aracne era abilissima nel tessere la lana, suo fratello era abile nel campo delle armi. Falance fu vittima della stessa fine toccata alla sorella, la stessa dea Atena che aveva trasformato Aracne in ragno, trasformò il suo povero fratello anch'egli in un ragno chiamato falangio.

Phalangium opilio (Falangio)




Il mito di Aracne viene ripreso in più opere, sotto forma di illustrazioni, incisioni, composizioni musicali e riferimenti nella divina commedia, infatti nel XVII dell'Inferno, Dante per descrivere il corpo di Gerione riprende il  mito di Aracne scrivendo che i motivi impressi sul corpo del mostro andavano oltre le abilità della tessitrice. Sempre nella Divina commedia nel XII canto del purgatorio Dante incontra Arcacne nella I cornice, cornice dove espiano le anime dei superbi dove sono gravati dal peso di enormi macigni e costretti a camminare chini, visto che in vita hanno sempre tenuto la testa alta anche contro le divinità.


Dante incontra Aracne nel Purgatorio





Se in caso no ci rivedessimo
Buon pomeriggio
Buona sera
E buonanotte

Solvia & Morko.


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